sabato 9 giugno 2007

Trasferimento

Mi sono trasferita!
Ho fatto tutti i pacchi e pacchettini del caso e...

DA OGGI IL BLOG SI TRASFERISCE
QUì

nel caso il collegamento non funzioni per cause sconosciute, il nuovo indirizzo è:

www.pulviscolo.splinder.com

Ma non disperate: lo so che per ora è bello ma freddo, non abbiate paura, piano piano trasporterò tutto il trash che c'era quì anche sull'altro!
Bicos**!

giovedì 7 giugno 2007

Fermenti

Come dice il caro Paolo Fox, in questo periodo i gemelli sono in fermento, e io non faccio eccezione.
Quello che vedete al lato era il mio mondo 6 anni fa: avevo diciannove anni e in quei pochi isolati c'era tutto: i miei amici, la mia scuola, il bar dove nei pomeriggi assolati di maggio andavamo a bere una Ichnusa e a sgranocchiare un bel pacchetto di Crocchias (come mi mancano...!). Era tutto una speranza, era un continuo parlare di un futuro che si apriva, si schiudeva in tutte le sue promesse.
Sono passati sei anni dal mio esame di maturità, ho vissuto in quattro o cinque città diverse (ho anche la cittadinanza onoraria a Berlino, dopo tutti i viaggi dello scorso anno!), quasi due lauree, un migliaio di conoscenze in più, parlo quattro lingue e mi sento a mio agio solo con una tastiera davanti.
Ma è davvero tutto quì?
Nel senso che forse ho perso per strada quella freschezza e quell'ingenuità che mi facevano gioire di ogni passo, mi sono lentamente inaridita sotto la pressione di aspettative non mie.
Perchè l'unica aspettativa che io avevo sei anni fa era quella di vivere appieno tutto ciò che mi sarebbe capitato. E dato che non l'ho fatto, questo desiderio sta tornando a galla e non mi lascia dormire.
Per cui non vi spaventate se vi sembro più strana del solito: sono solo in fermento, e vi consiglio di fermentare con me!

Favola di Amore e Psiche #2

Eros e Psiche
-Terzo tempo-

Chiedo scusa per la frammentazione del racconto e per la lentezza di aggiornamento del blog...
Ingrati! Io sto lavorando per voi! Voci di corridoio dicono che a breve l'aspetto di questo blog cambierà radicalmente (ci si aspetta in meglio) dato che la proprietaria si è finalmente messa a studiare un po' di XHTML e ci sono lavori in corso che non promettono male...Vedremo..

Nel frattempo torniamo a Psiche, che abbiamo lasciato a letto ad aspettare il marito, con una torcia a olio e un coltellaccio (Miracle blade?) nascosti sotto un catino rovesciato. All'arrivo di lui, malgrado lo spavento che ancora le sbiancava la faccia, finse che tutto fosse normale, ma quando il marito finalmente si addormentò, sollevò lentamente il catino, estrasse la torcia e...
E rimase letteralmente di sasso: ciò che si trovava davanti non era un mostro, bensì Eros, il dio dell'amore in persona. Incredula e rapita dala sua bellezza, Psiche non riusciva a spegnere la torcia e mettersi l'animo in pace: prima frugò tra le cose del dio, pungendosi con una freccia (e innamorandosi irreparabilmente di lui), poi continuò a contemplarlo, da vicino..sempre più da vicino...Fino a quando l'olio bollente della torcia non cadde sul suo sposo, ustionandolo e svegliandolo. Chi si aspetta che Eros sia rimasto lì è un povero illuso. Vedendo tradita la fiducia che aveva riposto nella sua sposa, scappò via, dopo averle confessato di aver contravvenuto agli ordini della madre, che la volevano sposa di un avanzo di galera. A quel punto Psiche cercò di suicidarsi, completamente persa nel suo amore e disperata per l'abbandono si gettò in un fiume. Fiume che, per la paura di fare un torto a Eros uccidendo la sua sposa, la risputò fuori. Non c'era modo, per Psiche, di togliersi la vita, perchè tutti temevano le vendette del dio dell'Amore. Così cercò l'aiuto delle due dee più potenti, Cerere e Giunone, senza però trovarlo per la paura che queste avevano di Venere. Povera Psiche, proprio una gran sfiga. L'unica soddisfazione era quella di farla pagare alle sorelle, piano che non fu difficile da imbastire: prima dall'una e poi dall'altra, andò a raccontare l'accaduto aggiungendo alla fine che Eros, per punire il suo comportamento, aveva deciso di sposare sua sorella per darle lo smacco più grande possibile. Entrambe, impazienti di godere anche loro delle notti che Eros offriva e di tutte le sue ricchezze, finirono per spiaccicarsi al suolo buttandosi dalla rupe. E non che ci dispiaccia tanto.
Psiche, compiuta la sua vendetta, non trova altra soluzione che andarsi a costituire da Venere. La quale non aveva smaltito neanche un po' del rancore che nutriva per lei, anzi: la notizia del tradimento del figlio e delle ustioni che aveva rimediato l'avevano mandata fuori di senno, tanto da spingerla a sottoporre Psiche a diverse prove per umiliarla.
E forse forse quì essere la moglie di Eros un po' conviene: tutti cercavano di aiutarla per ingraziarsi il dio: le formiche la aiutarono a dividere un enorme mucchio di semi diversi, la canna la aiutò (...) a raccogliere la lana dorata di pecore feroci (...!), l'aquila attinse per lei una brocca d'acqua alla fonte dello Stige. Infine una torre (...) le diede dei preziosi consigli per riuscire a discendere negli inferi e poter tornare, dato che Venere le aveva ordinato di andare a chiedere a Proserpina un po' della sua bellezza. E a fregare Psiche, in effetti, non fu nè Cerbero nè Caronte, nè Ade stesso: fu la sua curiosità. Come una novella Pandora non resistette alla tentazione di aprire lo scrigno che custodiva la bellezza, dal quale non uscì nient'altro che un sonno mortale.
Nel frattempo Eros, tenuto prigioniero dalla madre, non riusciva più a resistere: le ferite erano guarite e, essendosi punto anche lui con le sue frecce, non poteva più resistere lontano da Psiche. Riuscì a liberarsi e prima andò ad aiutare la sua amata a risvegliarsi e rimettere il sonno dentro la cassetta, poi andò a supplicare Giove di porre fine a questo delirio e permettergli di sposarsi con Psiche. A Giove non sembrò vero! Vedere finalmente accasato Eros significava porre fine a tutte le sue scorribande amorose, nonchè ai dispetti che era solito fare agli altri dei, nessuno escluso.
Fu così che Giove acconsentì alle nozze e, anzi, fece bere l'ambrosia a Psiche per renderla immortale, e superare così l'opposizione di Venere.

Se ora vi state chiedendo perchè ho sprecato tanto tempo e tanto spazio per raccontare questa storia, vi dico che ho due buoni motivi: il primo è che è bella. E un bella storia fa sempre bene. Il secondo è che mi serve sempre per ricordarmi che delle volte le persone si riconoscono al buio, che non sempre gli altri vedono meglio, e che se Psiche non avesse dubitato di suo marito non avrebbe sofferto tanto ma non avrebbe ottenuto il matrimonio ufficiale. E che se Eros non fosse stato realmente innamorato di lei, sarebbe finita a dividere semi con le formiche per tutta la vita.

...Dove lo metto l'orzo?

mercoledì 6 giugno 2007

Favola di Amore e Psiche #2

Eros e Psiche
-Secondo tempo-

Dove eravamo rimasti? Ah, si... Psiche arriva al castello del suo futuro sposo...
Paura, eh?
Beh, non ce n'è motivo, dato che Psiche si ritrovò nella dimora più sfarzosa che avesse mai visto. E non solo i pavimenti erano tempestati di diamanti e le pareti d'oro, ma mentre si chiedeva stupita chi potesse essere il padrone di una casa così ricca, delle voci iniziarono a chiamarla e a guidarla. Ancelle invisibili le fecero fare il bagno e le servirono una cena succulenta, cercarono di intrattenerla e cantarono per lei. Ma Psiche piangeva ed era inconsolabile, la paura del suo futuro sposo non le permetteva di apprezzare niente. Quando poi scese la notte, si rannicchiò nel letto e lo aspettò tremando fino al suo arrivo.
Ma quando arrivò, Psiche si rese conto che questo marito mica era tanto male!
Non riuscì a vederlo, perchè scappò prima che sorgesse il sole, ma c'era nel suo modo di fare una dolcezza così profonda e una passione così vibrante che, diciamocela tutta, all'alba la cara Psiche era stanca ma per niente scontenta!
Così trascorse il tempo da quel giorno: dall'alba al tramonto Psiche si intratteneva come una schizofrenica con le ancelle invisibili che la viziavano in tutti i modi, la notte gioiva della presenza del marito. E chi stava meglio di lei? Solo all'inizio le aveva sfiorato il dubbio del perchè suo marito non si facesse vedere alla luce, ma lui la avvertì che mai e poi mai avrebbe potuto vedere il suo volto, o sarebbe stata la rovina di entrambi.
Io uno così lo sbatto fuori di casa, ma sono altri tempi, altri background e io non sono la donna più bella della Terra; in realtà Psiche non faticò ad accettare questo compromesso: le notti erano sue, e ciò le bastava, non aveva bisogno di vedere il marito, le bastava accarezzare la sua pelle e farsi cullare dalle sue parole così suadenti e passionali.
Un giorno, però, lui disse di doverle parlare. E tutti sappiamo che un "Ti devo parlare" ha lo stesso suono di una miccia che si stacca dalla bomba: le sue sorelle la stavano cercando. In effetti la famiglia di Psiche non aveva mai più avuto sue notizie -lei non poteva andar via dal castello-, e si disperava non poco al pensiero di ciò che poteva esserle accaduto. "Ma -la ammonì il marito- quando le tue sorelle verranno a cercarti e sentirai le loro voci, non dovrai neanche rispondergli: se lo farai inizierà un'incredibile serie di sfortune per noi". Psiche sapeva in cuor suo che il gioco valeva la candela, così obbedì pur di non perdere la fiducia del marito.
E poi giù a piangere tutta la notte!
Come siamo subdole noi donne! Il maritino, innamorato com'era, non riuscì a negarle una visita delle sorelle di fronte a quel pianto, e le intimò solo di non parlare di lui, nè del fatto che non l'aveva mai visto.
Le sorelle arrivarono, furono abbracciate, ricevute, rifocillate e liquidate con una buona dose di menzogne e regalini, e Psiche si sentì molto rincuorata.
Le sorelle no: rose dall'invidia per tutte le ricchezze e i lussi che avevano visto, già si allontanavano col veleno nel sangue. E tornarono, diamine se tornarono! Trovando Psiche incinta, la loro invidia crebbe ancora di più, e il fatto che la poco scaltra ragazza raccontasse del marito una storia diversa da quella già conosciuta, non fece che insospettirle ulteriormente, portandole alla conclusione che Psiche era andata in sposa a un dio e non voleva ammetterlo.
Dopo essere andate via tramarono una notte intera per rovinare la sorella, e il giorno dopo si scaraventarono giù per la rupe e raccontarono alla povera sposina che suo marito era, in realtà, un mostro simile a un serpente, che avrebbe mangiato lei e suo figlio una volta che avesse partorito. Le suggerirono anche come uscire da questo impiccio: le procurarono una torcia a olio e un coltello da nascondere vicino al letto per ucciderlo nel sonno...
Inutile dire che furono convincenti e che Psiche, terrorizzata, dimenticò in un attimo tutte le promesse fatte al marito e tutte le notti d'amore trascorse con lui, ma cosa avvenne dopo ve lo racconterò domani!

martedì 5 giugno 2007

Favola di Amore e Psiche #2

Eros e Psiche
-Primo tempo-


I cultori dell'argomento mi odieranno per il racconto poco ortodosso, ma purtroppo la contemporaneità (oltre a mischiare gli stili come Carlocò ben sa...) fa questo e altro.
Veniamo a noi.
Si narra che in una cittadina della Grecia vivessero un re e una regina con le loro tre splendide figlie: la bellezza delle prime due era indiscutibile, ma la terza, Psiche, era una creatura così straordinaria che nessuno trovava le parole per descriverla. La fama della sua bellezza si sparse per le città vicine, e tutti accorrevano per ammirare quella che sembrava essere una dea in terra (come se nell'antica Grecia fosse cosa strana...sembra che ci fossero più dei che persone...).
Man mano che la notizia si diffondeva tra le città, la gente iniziava a dire che Psiche era la rappresentazione umana di Venere, e cominciava a idolatrarla come se della dea si trattasse, smettendo di venerare la vera divinità.
Non vi dico quanto si incazzò Venere. Purtroppo la bellezza non è mai sicura di sè, e fugge dalla competizione per mascerare le proprie insicurezze, e così Venere decise di disfarsi il prima possibile di questa piccola impudente che andava in giro spacciandosi per lei (ricordiamoci che travisare è tipico femminile...). Chiamò suo figlio Eros e gli ordinò di far innamorare Psiche di un avanzo di galera. Possibilmente un cesso, e magari anche odiato da tutti.
Nel frattempo non è che Psiche se la passasse tanto bene. Diciamo che tutta 'sta gente che la venerava non è che le servisse a un gran chè, anzi: la giovane Psiche non solo era bella, ma non era neanche scema e si rendeva conto che tutta quell'attenzione puntata su di lei le avrebbe procurato invidie molto pericolose. E, inoltre, non se la filava nessuno: lei era troppo perfetta. Le sue sorelle erano già sposate e felici, mentre la sua perfezione spaventava e intimoriva a tal punto che nessuno aveva il coraggio di farsi avanti con lei. E così passava il tempo, e lei era sempre chiusa in casa coi genitori ad aspettare chissà cosa, come un neolaureato di oggi. E come i genitori di un neolaureato, i suoi iniziarono a preoccuparsi, a chiedersi quando Psiche si sarebbe sposata e se ne fosse andata a vivere con suo marito. Così andarono a chiedere a un'oracolo, e mica a un'oracolo qualsiasi: andarono a parlare con l'oracolo di Apollo, il più affidabile del tempo. Niente buone notizie: la ragazza andava vestita a lutto e portata su una rupe, perchè lo sposo che il futuro aveva in serbo per lei era un mostro, uno sconquassatore che persino Giove e Ade temevano. Oh, cavolo. E ora che si fa? Niente, la cara e assennata Psiche, che già da un po' si aspettava qualche scherzetto simile, non oppose resistenza. Magari era meglio non andarci dall'oracolo, visto che la rupe ce la mettevano sempre in mezzo in qualche modo, ma ormai il danno era fatto e non restava che assoggettarsi alla predizione.
Un lacrimoso corteo capitanato dai genitori urlanti la scortò fino al posto stabilito, e lì la abbandonò, con fiaccole accese e solitudine, come la fine di tutte le feste. Dopo che la ebbero lasciata sola, Psiche si sentì sollevare, e non psicologicamente, anzi, piangeva più di prima: era Zefiro che facendole fluttuare le vesti funebri la sollevava da terra per portarla in volo fino al palazzo del suo sposo.

Ora scusate ma ho sonno, la seconda parte a domani!

domenica 3 giugno 2007

Mutandem


Evviva evviva!
Oggi, per la gioia dei maschietti parliamo di biancheria intima!
Dato che da bravi italiani siete stati auto-antidemocratici e non vi siete avvalsi del diritto di voto (malgrado abbia anche fatto le elezioni di domenica..), mi avete lasciata con uno scomodo pareggio.
E allora parliamo di qualcosa di personale (la biancheria) ma impersonale( biancheria di attualità, mica scherzi!).
Allora, veniamo a quello che la Love Honey cerca di spacciare per il nuovo migliore amico di noi (?) donne avvenenti. O quantomeno pop. O almeno piccione...
Il C-string, questo sconosciuto: trattasi di perizoma senza laccetti laterali, che evita, così, di evidenziare le maniglie dell'amore, di sbucare fuori dai pantaloni e di "segnare" se messo sotto abiti eleganti o succinti. Ma il C-string non convince, ha più l'aria di essere uno di quei gadget da collezione, di quelli che, tra dieci anni, tireremo fuori dall'angolo più recondito dell'armadio scatenando un'ondata di risate da parte di tutti.
"Noooo... Non ci credo!"
"Ma davvero l'avevi comprato?"
"Ma sai che anche una mia amica l'aveva comprato? Che cogliona, aveva anche provato a usarlo, ma certe figure..."
Ecco come finirà, a mio parere! [in questi giorni ho problemi con la parola "Ecco", sarà grave?]
E questo perchè?
Innanzitutto deve essere impossibile descrivere quanto sia scomodo: vi immaginate metterlo sotto una gonna, con la paura di perderlo davanti a tutti? O vogliamo parlare della forma? Sarò truce, ma a me sembra una buccia di cocomero. Ecco per cosa sta la "C" di C-string...
E poi che razza di fisico bisogna avere per metterlo? Non per dire, ma la biancheria intima, ormai, serve anche a mascherare i difetti, questo cosa maschera? E allora a cosa serve? La biancheria intima non è solo igiene, è anche imaginario, è appartenenza a un gruppo, è strumento di sicurezza personale. Ogni donna si rappresenta in un tipo di mutanda. Oh, la mutanda! Che danni avete fatto voi uomini con questa storia del perizoma obbligatorio (certo che poi, voi, non lo mettereste mai...e forse è anche meglio), che, oltretutto, non è che sia il massimo dell'igiene.
C'è donna e donna, e c'è mutanda e mutanda. E' come il taglio di capelli, o il colore della macchina: quante cose si capiscono da una mutanda!
Sappiamo per certo cosa pensare di fronte a una donna in culotte, e anche che idea ci facciamo di fronte al mutandone da Bridget Jones, ma cosa pensiamo di fronte a una donna col C-string?
Forse che ha caldo?
Forse che è una maledetta esibizionista?
Forse che è caratterialmente succinta?
Non lo so, ma io sicuramente le riderei in faccia!

Per chi volesse, ad ogni modo, il C-string si può comprare QUì (Dio, che coraggio, devo mettere un contatore su questo link...)

La curiosità etimologica di oggi: il termine "mutanda" deriva dal latino, è una contrazione della perifrastica passiva "Mutanda est", ovvero "Che deve essere cambiata"...Don't forget it!
(Madò, quante cose so!)

Referendum!

Sono indecisa sull'argomento del post.
Personale o impersonale?
Avete voglia di farvi gli affari miei o volete distrarvi con qualche assurda notizia di attualità?
Perchè la mia personale attualità offre spunti che fanno impallidire tutte le altre attualità...
Sono in uno di quei momenti così complessi da non riuscire nè a viverli nè ad aspettare che passino: semplicemente mi sto crogiolando all'ombra dei miei battiti cardiaci.
Su, votate: scrivete sui commenti se volete personale o impersonale, chiusura votazioni alle 17:00 di oggi (domenica 3 giugno).
Che ameba che sono: non riesco più neanche a scegliere di cosa parlare!

sabato 2 giugno 2007

Crypticismo - Errata corrige!

Oh, no!
Mi è stato fatto notare che il post di questa notte non era molto allegro...
In realtà è una mia grave mancanza come comunicatrice: non è triste, è criptico, anzi, cryptico!
Lo so, non è bello scrivere qualcosa che posso capire solo io, ma il sonno mi annebbiava la mente e non ci ho fatto caso...
Giusto per chiarire, ieri è stata una delle più belle serate degli ultimi tempi, sono tornata a casa con un gran sorriso stampato in faccia, e vi ho messi in punizione perchè non riuscivo a trovare parole per spiegare come mi sentivo (ergo: con voi non si può comunicare, e che diamine!); la canzone di Giorgia non era lì per il suo significato letterale, ma come ricordo di altri giorni in cui mi sentivo così... E poi sono sicura che la Contessa Fresca ha apprezzato, in quei giorni c'era anche lei!
Chiedo scusa, passatemi una manciata di ceci!

E il pensierino del buongiorno è una frase che mi è stata detta ieri notte da uno che sostiene di essere un mio ammiratore: Hai un sorriso che spacca!
Sei totale!
Bicos!

In ginocchio sui ceci!


Oggi non meritate niente!
Tutti voi, lettori e non, personaggi della mia vita e multiformi entità iternettiane: oggi non vi meritate un post, perchè non mi avete capita, quindi meritate parole non mie, parole sentite e risentite in una canzone consciuta e banale, ma che molto si avvicinano al mio stato d'animo.

Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinte volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te

venerdì 1 giugno 2007

Second Life... Second Wife!

Second Life: chi non ne ha sentito parlare?
Trattasi della piena realizzazione della realtà virtuale, secondo alcuni, o del più perverso gioco via internet mai inventato, secondo altri.
Il senso è facile: una vita parallela gestita attraverso un avatar (una nostra immagine tridimensionale che nel peggiore dei casi ci somiglia davvero), dove si possono spendere soldi (veri), investire in case e beni di consumo (virtuali), conoscere persone (vere?) e autodeterminarsi come non è più possible nella vita reale (ci vogliamo davvero credere?).
Dopo averne sentito parlare, quì in casa ci era già venuta voglia di farne parte, ma dopo che Beppe Grillo ci ha raccontato di Anshe Chung che è diventata miliardaria vendendo negozi virtuali a multinazionali dell'abbigliamento... Beh, la cosa ha iniziato davvero a farci gola, e abbiamo messo a punto il nostro progetto:
Second Wife
Immaginiamo che, in questo mondo futuristico dove la gente si autodetermina e spende un sacco di quattrini, forse manchino le componenti ancestrali, i legami col passato, il mestiere più antico del mondo. Da quì nasce Second Wife: la prima casa di appuntamenti per avatar.
Era un progetto ambizioso, ma se me lo volete fregare ve lo sconsiglio.
Il primo scoglio è l'iscrizione: se avete Fastweb, sarà praticamente impossibile che riusciate a creare un account, continuerete a bruciare nomi su nomi (per di più quelli che più vi piacciono) per motivi di indirizzi IP che non sto a spiegare ora.
Così ho chiamato Carlocò e mi son fatta iscrivere da lui, che mi ha ovviamente dato un cognome osceno, intonato col progetto Second Wife: Shilova, Carlita Shilova. A lui dava un chè di James Bond, a me non vi dico: il trash del trash.
Secondo problema: Second life è il programma più pesante del mondo, per cui mi si spegneva il pc in continuazione. Fatta una revisione tra i pc di casa, quello di Elanor è sembrato essere l'unico adatto. Ed eccoci a modellare a mia immagine e somiglianza il mio avatar, mandato in avanscoperta nel mondo di Second Life per trovare tordi a cui estorcere soldi (veri).
Terzo problema: l'alopecia. Tempo tre maldestri click di prova e il mio avatar è diventato calvo come Mastro Lindo. Quando ho finito di dargli una testa decente avevo un tic all'occhio destro e un tremore spastico alla gamba sinistra, nonchè uno strappo a un polpaccio.
Quarto problema: la Elanor che insiste perchè la corporatura dell'avatar sia fedele alla mia (e chi spero di adescare, così?), ma questa è una mia contingenza, è vero.
Ma eccoci infine pronte per incontrare gente, a spasso per....
...Per il vuoto cosmico.
Non avendo una casa (perchè i miei soldi [veri] rimangono nel mio portafogli [vero]), il gioco ci ha scagliate in un limbo orrido dove non c'era NULLA, tipo "La storia infinita", solo che non è venuto a prenderci Falcorn, il cane volante.
Però abbiamo scoperto che gli avatar volano. E vola che ti vola, siamo arrivate sopra un ridente agglomerato di case, isolato dal resto quanto l'Isola di Pasqua, dove siamo atterrate con una caduta di qualche centinaio di metri. L'unico essere vivente era un uomo, dal nome impronunciabile, fermo in posizione vitruviana, e per di più a petto nudo.
Era in stand-by.
Tutto molto realistico: anche nella vita reale incontro persone in stand-by per strada, solo che si son fatte una pera.
Aspetto pazientemente (perquisendo le case intorno, tutte vuote e senza suppellettili preziosi... ) che rinvenga dal suo stato comatoso, al che cerco di approcciarmi, ma non esiste un comando "estorci denaro", per cui rinuncio, spengo il pc e mi vado a fare una bella bistecca, che fa sangue.
La cosa che mi ha lasciato un sapore inquietante, in tutto questo, è l'aver notato che i giocatori parlano di Second Life e First Life: un tempo la si chiamava "realtà virtuale" perchè era un'accezione, una distorsione - meglio - della realtà. Ora si parla di First Life, come accezione di un gioco. Sono basita!

mercoledì 30 maggio 2007

Il vaso di Pandora


La diagnosi

E' arrivata in casa mia una dottoressa fantastica.
Oltre ad aver detto di Scamarcio che ha la faccia da stronzo, ha scoperto in due minuti la causa di tutti i miei mali:
Ho un fungo nell'orecchio destro.
Che nessuno, vi prego, mi chieda come abbia fatto a finire lì, io so solo che, una volta estirpato il malefico funghetto, avrò finito di avere tonsilliti, faringiti e laringiti in continuazione.
Perchè la colpa era tutta sua!

Che liberazione!

martedì 29 maggio 2007

Qualcosa di dolce....

Tu quoque, Carlita, hai delle insicurezze?!

Lo so, non sono proprio il tipo di persona che normalmente viene giudicata dolce, sono l'esatto contrario.
Non sono il primo esempio che viene in mente quando si pensa a un personaggio da fiaba, tutt'altro.
Ed è strano pensare che io, in fondo, mi sento così; è strano, delle volte, non poter far capire agli altri che vivo di abbracci e sorrisi, che in fondo non sono che una bambina che prende troppo seriamente i suoi giochi, perchè si è creata l'illusione di poter difendere attraverso essi le persona a cui vuol bene. Ed è dura ammettere che spreco ore intere a fantasticare sui meravigliosi risvolti che la mia vita potrebbe prendere se....... se. Semplicemente se.
Inutile raccontare i miei desideri, perchè sono di una banalità vergognosa, al limite del patetico. Ma quando non so come difendermi da loro, penso una cosa.
Io ho un amico. Non è un amico, è l'Amico, quello che non dovrebbe mai mancare nel kit di sopravvivenza alla realtà. Qualche anno fa passai a trovarlo a casa sua, lo facevo spesso, ma quella volta passammo forse dieci minuti, forse uno, forse un intero pomeriggio accoccolati sul suo divano, sotto un plaid, ad ascoltare road trippin' con gli occhi chiusi, abbracciati.
Forse era il nostro modo di riposare dal mondo, forse no e questa è una distorsione del mio ricordo.
Ma io, ogni volta che ci ripenso, mi riposo davvero dal mondo, e mi viene una gran voglia di essere abbracciata. Solo che nessuno lo fa.
La mia coinquilina e il suo ragazzo, per scherzare sulla convivenza di questi giorni e sulla differenza di età, giocano a far finta che io sia loro figlia.
E' strano, ma mi piace.

M. Chagall, Sposa con ventaglio

lunedì 28 maggio 2007

I nostri scoordinati anni ottanta

Bene.
Oddio, non tanto!
Non è che sia guarita, ma neanche completamente malata, e questo limbo sanitario mi permette di bighellonare sulla rete più del normale, ed eccomi a cambiarvi l'angolo del trash, al quale so che molti di voi sono affezionati. Così affezionati che vorrebbero commentare... E concediamoglielo! Mi son detta con magnanimità! Per cui: il video che vi dò in pasto questa volta è "Tanz bambolina" di Alberto Camerini, sotto trovate una traccia critica da sviluppare....


Degli anni ottanta sembra che sia stato detto tutto: scintillanti, fluo, a vita alta e a orlo ancor più alto, cotonati e a schiaffo, ma... Questo video apre PROBLEMATICHE!
Avete mai notato lo scoordinamento?
E il poliglottismo?
E la portabilità di qualunque strumento? (si veda la diamonica che Alberto suona con orgoglio...)
Se poi confrontate questo video con "Rock'n'roll robot" sempre di Camerini, vi renderete conto delle fissazioni al limite dello psicotico che questo ragazza aveva per:

  • Arlecchino(genitore ideale)
  • Colombina (come co-genitrice ideale con Arlecchino)
  • I robot (come techno-genitori)
  • Le bambole (come co-techno-genitrici coi robot)
  • Ballo (surrogato dell'atto sessuale)
E poi ditemi che non è un tantinino confuso...
Avete mai riflettuto sul solista degli anni ottanta, solista per differenziazione dal gruppo e non per status? E sul gruppo ci avete riflettuto? Ne siete sicuri? MA LI AVETE VISTI BENE?
E ora.... Parlate!
Io, mi sa, sto delirando....
Bicos!