Il problema di oggi...
E' meglio un uovo oggi o un pollo l'altro ieri?
Uno degli argomenti più dibattuti in questi giorni sembra essere la scelta rimpianto/rimorso. Questa eterna dicotomia esiste grazie a dei fantomatici enti: gli ex. Ex tutto: ex ragazzi, ex amici, ex hobbies, insomma: qualunque cosa che apprtenga al passato e che abbia fatto il grossolano errore di non prolungarsi fino al presente, volatilizzandosi in una fitta nube di masturbazioni mentali. Allo stesso modo, come rovescio della medaglia, occupano questa riflessione tutte quelle cose che non hanno avuto la decenza di accadere, volatilizzandosi allo stesso modo nell'ennesima, fittissima nube di seghe mentali. Il problema si può chiaramente risolvere dicendo che qualunque cosa ci manchi nel presente è causa o di rimpianto o di rimorso, e poco importa di quale si tratti, ma alle mie poco sbrigative amiche non basta sapere questo, forse per la presenza di esempi tangibili ancora in atto e della voglia che abbiamo di cambiare questo fatto e -finalmente!- ottenere tutto!
L'esempio più classico è lo stronzo, che chiameremo pollo più per coerenza con l'impostazione grafica che per pudicizia (della quale non sono notoriamente molto ricca). Il pollo, si sa, prima o poi arriva nella vita di ogni donna. Anni, che dico anni: secoli, che dico secoli, MILLENNI di evoluzione naturale hanno dotato la donna di un campanaccio d'allarme che le fa subito pensare: "No, lui no.". Ma noi donne, si sa, siamo fatte per parlare e non per ascoltare, neanche noi stesse. Per cui questo imperativo non è categorico e cadiamo in quella dolce, adorabile e melanconica paranoia del "So che mi farà soffrire, ma voglio provare a cambiarlo". Un pollo non lo cambi. Tutt'al più lo spenni, ma non lo cambi. E quì troviamo le mie amiche, nell'eterno limbo in cui non si riesce a scegliere se mandare a quel paese il pollo in questione (in questi momenti mi piacerebbe essere inglese per usufruire di tutti i doppi sensi del verbo fire= licenziare), o accontentarsi di un'aletta da rosicchiare.
Per quanto riguarda la sottoscritta, da edonista convinta non mi sono mai posta questo problema. Piuttosto che un sacco pieno di pive preferisco la misera aluccia: il pollo, poi, è più succulento quando ci si lecca i pollici. Si, proprio come le fonzies, solo che ci si lecca solo i pollici e non i denti, e ne guadagna un minimo anche il savoir faire. A tutto questo si somma l'idea che mi son fatta del pollo come essere immortale dopo aver visto gallinacci veri e metaforici continuare a scorrazzare impazziti per un collo tirato male.
E forse forse è meglio il manzo.
2 commenti:
W LE ALUCCE DI POLLO.......
si proprio così,sono io quella che formula spesso la fatidica domanda...MEGLIO VIVERE di RIMPIANTI o DI TIMORSI??!!é come dire essere o non essere...infondo per farci sentire vivi a volte bastano delle alucce di pollo da spolpare...e se capita che poi le alucce siamo noi,poco male...in qualche angolo recondito della nostra memoria...quasi elefantesca ci saranno dei frammenti di ricordi POSITIVI!!!!
Il polletto fà sempre comodo,anche se a me questa similitudine culinaria non piace molto...la carne bianca non è al top del mio gradimento...ma mi rendo conto che la cosa rende molto l'idea!!!
Le donne chiacchierano,si sà,e quando vogliono sanno essere anche molto spietate...ed è anche una cosa divertente ridere e sentire i commenti su questo e quello...sul loro imbarazzo in certe situazioni,è per questo che nel nostro,a volte forzato gioco meschino...ma sopratutto LUDICO...ho ribattezzato i poveri MAL CAPITATI..."ch'el por"....
Ch'là pora POLLY!!!
Il polletto è pericoloso, mia cara Polly, non dimenticarlo...! Ricorda: strattoni secchi e decisi, o ti ritrovi col mal(de)capitato che scorrazza impazzito per l'aia!!
E non farti ingannare dalla polposità delle alucce: c'è sempre un manzo per tutte!
ahahaha..
Baci!
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